domenica 25 dicembre 2011




Buone vacanze a tutti voi!!!
Un grazie speciale a chi mi segue 
e visita il mio blog =) 
AUGURONI DI BUON NATALE!!!!
By Darkina Innamorata Pazza

sabato 17 dicembre 2011

Castelli di Cannero: da covo di pirati a parco degli agrumi

Questo castello, dall'insolita posizione di esser in mezzo all'acqua piuttosto che su una classica collina, fu costruito dai cinque fratelli Mazzarditi, soprannominati i "fratelli della Malpaga", che intorno al 1404 costituivano un gruppo di temutissimi briganti. Come una sorta di "pirati lacustri", dopo essersi impadroniti del borgo di Cannobio, depredavano ogni villaggio e imbarcazione che incontravano. Questo castello, chiamato per l'appunto "Castello della Malpaga" ne costituiva il loro rifugio. Avvolto nella nebbia, inespugnabile, inquietante, nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi per riprendersi la propria refurtiva. Ma dieci anni dopo, il duca Filippo Maria Visconti, in seguito a troppe lamentele da parte degli abitanti del luogo, decise di assediare la rocca con il suo esercito, facendo arrendere i fratelli per fame e distruggendo il castello. Fu in seguito ricostruito e ristrutturato dai Borromeo nel 1520, all'epoca signori del lago, per essere utilizzato come rocca di avvistamento contro le incursioni svizzere.
La leggenda dei piedi pietrificati
Esiste un'antica leggenda legata ai fratelli Mazzarditi. Pare che un giorno volessero non solo depredare una villa nelle vicinanze, ma tramassero anche di rapire il nipotino che vi abitava con il nonno, per educarlo all'arte della pirateria come loro successore. Però uno dei malandrini ebbe la sfortuna di avvicinarsi alla dimora proprio nell'istante in cui il bimbo rivolgeva la preghiera della sera alla propria mamma defunta e al proprio babbo lontano. In quell'esatto momento i piedi del rapitore si pietrificarono, facendo fuggire via gli altri fratelli terrorizzati.
Il tesoro nascosto e i fantasmi dei pirati
Nell'arco degli anni i fratelli Mazzarditi riuscirono ad accumulare parecchie ricchezze, che forse, prima di soccombere dinnanzi al duca Filippo Maria Visconti che li conquistò, gettarono nel lago stesso. Chissà che queste acque non conservino ancora un antico tesoro! Si dice infatti che nelle giornate di folta nebbia, si scorga attorno al castello il loro veliero fantasma che ancora si aggira attorno alla loro antica dimora alla ricerca del tesoro perduto.


Si sa che il Piemonte è da sempre luogo di misteri oscuri, conserva molte "città delle streghe" e si contende luoghi in cui si sono svolte presunte stregonerie. Uno di questi è Mezzomerico.
Pare che in queste zone boschive abbiano vissuto diverse streghe nel XVII secolo. Il fatto era conosciuto a tal punto che qualsiasi fatto strano veniva giustificato come causato da loro. Il Comune conserva diversi documenti di vere e proprie testimonianze di cittadini sui sabba per richiamare il diavolo, una bestia nera e vigorosa che invitava le streghe all'orgia. Il fatto strano è che questi documenti conservano particolari al limite della pornografia!
L'inquisizione qui non ebbe tregua, molte uccisioni vengono purtroppo ancora ricordate.
Le streghe erano solite rifugiarsi neil boschi e sui monti e non a caso sul monte Veglia esistono luoghi che riportano nomi omonimi, come per esempio il Rio delle Streghe direttamente nel parco, oppure i Laghi delle Streghe, vicino ad Arona.
Non è un caso inoltre che ci troviamo vicino ai luoghi di Somma Lombardo e Golasecca, boschi in cui, incredibilmente e perchè no, inspiegabilmente ancora oggi, nel XXI secolo sono avvenuti rituali inneggianti Satana sull'orlo della follia. Ne parlarono i giornali tempo fa, vennero arrestati i responsabili, ma tutt'ora non sappiamo quanto questi boschi effettivamente possano influire sulla psiche degli uomini. 

domenica 11 dicembre 2011

Per definire Torino magica bisogna prima dire che il luogo dove sorge una città e il suo orientamento non sono mai scelti per caso, ma il fattore magico-religioso costituisce una parte importante per la nascita dell’insediamento. Torino ha una pianta romana, con il tracciato che apriva le quattro porte d’accesso sui quattro punti cardinali, mentre la via principale seguiva la linea ascendente del sole. La tradizione esoterica vuole Torino come uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione, ma anche come punta di un altro triangolo, quello della magia nera, che tocca Londra e San Francisco. Non dimentichiamo che Torino è costruita sul 45° parallelo, segnalato dall’obelisco con in cima l’astrolabio situato in piazza Statuto (uno uguale si trova ad undici chilometri di distanza alla fine di corso Francia). Torino sorge anche alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora, che formano un anello d’acque attorno alla città. Il Po rappresenta il Sole, e quindi la parte maschile, la Dora è la Luna, quella femminile.

Proprio da piazza Statuto, a due passi dalla stazione di Porta Susa, parte il nostro viaggio nei misteri magici di Torino. Questa zona rappresenta il "cuore nero" della città per due motivi: perché si trova ad occidente e quindi, secondo i romani, in posizione infausta per il tramonto del sole, confine tra il Bene e il Male; e perché qui vi era la "vallis occisorum" (da cui prese il nome l’attuale quartiere Valdocco), luogo di uccisione e di sepoltura. La necropoli potrebbe essere vastissima ed estendersi sotto corso Francia, corso Principe Eugenio, via Cibrario e via San Donato, che si diramano a raggiera dalla piazza. Il patibolo rimase per secoli in piazza Statuto, poi i francesi lo spostarono dove ora c’è l’incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna, soprannominato " ‘l rondò dla forca". Coincidenza vuole che dall’aiuola centrale di piazza Statuto si acceda alla sala di comando dell’intero sistema di fogna nera della città; e leggenda vuole che proprio lì si trovi la cosiddetta Porta dell’Inferno.

Da piazza Statuto si percorre via Garibaldi fino all’incrocio con via degli Stampatori e dopo un isolato si raggiunge via Barbaroux, dove sotto la chiesa della Misericordia si racconta ci siano molte salme di giustiziati; da lì si arriva al vicolo Santa Maria, un altro luogo legato alla sacralità. Nella chiesa di Santa Maria di Piazza c’è un quadro della Madonna dipinto molto probabilmente da San Luca, dato che la tecnica pittorica è in stile di quella pompeiana, e se così fosse sarebbe l’unico ritratto della Vergine. In un palazzo vicino, di cui non si conosce l’esatta ubicazione per motivi di segretezza, si dice sia addirittura custodito il Velo della Madonna, un semplice panno nero come era di uso allora. La parte opposta di via Stampatori è via Sant’Agostino; percorrendola si raggiunge via Bonelli, una strada stretta e quasi mai assolata dove abitava il boia di Torino che, sempre vestito di nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i suoi "ferri del mestiere". Dopo le ristrutturazioni è impossibile riconoscere l’edificio esatto, ma basta chiudere gli occhi per vivere una strana sensazione di inquietudine.

Da via Bonelli si prende via Bellezia, che dopo via Garibaldi diventa via Botero, alla fine della quale si entra in una delle piazze di Torino, piazza Solferino. Al margine dell’aiuola alberata si trova la Fontana Angelica, luogo magico e misterioso ricco di significati allegorici, che rappresenterebbe la Porta verso l’Infinito. Imboccando via San Tommaso si arriva poi alla piccola piazzetta del Corpus Domini, sede dell’omonima chiesa, dove è ancora conservato il calice protagonista del miracolo più famoso avvenuto a Torino. La tradizione narra di un ladro che aveva rubato l’ostensorio nella chiesa di Exilles; il calice uscì dal sacco dove era stato nascosto e si librò in aria fino a che il vescovo non lo pregò di scendere. Una lapide all’interno della chiesa ricorda l’avvenimento.

Per restare nella zona di piazza Castello, gli esperti individuano altri due motivi che accrescono la magia di Torino: la presenza del Museo Egizio e delle Grotte Alchemiche sotto Palazzo Madama, dove i Savoia avrebbero protetto chi fabbricava l’oro, meta in passato di maghi e di alchimisti molto famosi. Nella piazza è segnato anche il punto magico assoluto della città: la cancellata di Palazzo Reale, nello spazio compreso tra le due statue equestri dei Dioscuri, Castore e Polluce, che alcuni vedono come la divisione tra la Torino sacra e la Torino diabolica.

Da piazza Castello ci si incammina lungo via Po fino a piazza Vittorio. Oltrepassato il ponte Vittorio Emanuele I sul fiume Po si giunge alla chiesa della Gran Madre di Dio, sotto la quale la tradizione esoterica vuole ci sia sepolto il Sacro Graal. I due gruppi di statue di fronte all’entrata nascondono un significato riservato a pochi, che tante volte e in tanti modi si è cercato di interpretare e che alcuni collegano alle profezie di Nostradamus. Questo personaggio visse per qualche tempo a Torino, in un luogo che si sposta molto dal nostro itinerario e per trovare il quale dobbiamo tornare in piazza Statuto. Da qui si percorre tutta via Cibrario fino a corso Svizzera; piegando leggermente sulla sinistra si imbocca via Michele Lessona, al cui inizio si trovava la "Domus Morozzo", residenza di Nostradamus per tutto il tempo che si fermò a Torino, abbattuta qualche anno fa e di cui non è rimasto nulla; sull’area sorge ora un giardino pubblico. 


giovedì 8 dicembre 2011

Zircone
Fin dal Medio Evo, lo zircone si credeva aiutasse nella crescita spirituale e favorisse la saggezza. Chi porta uno Zircone, si dice, incontrerà pace e bellezza.

Turchese
Si pensava portasse denaro, successo e amore; il turchese è la pietra dell`amicizia in molte culture. Gli Indiani d`America associavano il colore del turchese all` azzurro del cielo e al verde della terra. Ancor oggi è vista da molti come la fonte simbolica del genere umano in natura.

Tormalina
La Tormalina si dice rinforzi sia il corpo che lo spirito. Si credeva offrisse ispirazione, aiuto alla concentrazione, incoraggiasse l`equilibrio e facilitasse la comprensione. Tra le sue qualità ci sarebba anche quella di calmare i nervi, placare il dolore, favorire l`equilibrio e costruire la fiducia in se stessi.

Topazio
Aiuta a calmare un temperamento difficile e a dare forza. Il Topazio si dice migliorasse la chiarezza mentale e la messa a fuoco delle situazioni, aumentando la fiducia. È raccomandata nei cambi di umore, nell`insonnia, nelle preoccupazioni, nelle paure, nelle depressioni e negli esaurimenti.


Occhio di tigre
Sembra che aiuti a trasformare l`ansia e la paura in logica ed azione. Si credeva facilitasse l`equilibrio e la forza in momenti di difficoltà oltre ad aiutare a liberarsi dai dubbi.

Tanzanite
Una pietra scoperta di recente, ma, apparentemente, facente parte delle tradizioni della tribù dei Masai che la offrono in dono ai loro neonati come porta fortuna.

Spinello
Poichè per secoli lo spinello è stato confuso con il Rubino, non ha acquisito la ricchezza di significato associata ad altre importanti pietre. Si dice comunque che lo Spinello aiuti a rilassarsi e a liberarsi dalle preoccupazioni. Poichè è una delle pochissime pietre monorifrangenti, presenta una purezza di colore che potrebbe essere alla base del suo significato simbolico.

Quarzo affumicato
Si credeva fosse la pietra naturale della resistenza, dell`incoraggiamento, della serenità, della calma e dei pensieri positivi.

Zaffiro
Per lungo tempo associato alla pace e alla felicità, si credeva aiutasse nella comunicazione, nella introspezione, nell`intuizione, nell`ispirazione e nelle preghiere. Gli antichi gli attribuivano poteri secondo i quali lo Zaffiro li aiutava nella predizione del futuro.

Quarzo rutile
Sembra che intensifichi il potere del cristallo di quarzo. Il Quarzo Rutile si dice assista chi vuole andare a fondo per scoprire le radici di un problema.

Rubino
Famoso per proteggere dalla sfortuna e da problemi di salute, il Rubino è usato anche per aprire il cuore e favorire l`amore. Offerto in regalo, il Rubino è simbolo di amicizia ed amore, di vitalità e di fedeltà.

Quarzo rosa
Conosciuto come la pietra dell` "amore gentile," il quarzo rosa porta pace e calma nelle relazioni. Eccellente nelle guarigioni delle ferite dei corpi emozionali, rimuove la negatività e restaura l`armonia dopo i conflitti. Favorisce la comprensione dell`arte, della musica e delle opere letterarie.
Prehnite
Una pietra con un`aura mistica, la Prehnite si dice essere la pietra dei sogni che si ricordano, della meditazione, della profezia.

mercoledì 7 dicembre 2011


Peridot
Considerata per rafforzare la vita, porta prosperità, crescita ed apertura. Il Peridot aiuta a comprendere le relazioni ad alleviare la depressione, la rabbia, la paura, la gelosia e l`ansia.

Opale
Considerata una pietra fortemente associata alle emozioni, compreso l`amore, la passione e la spontaneità, l`Opale si dice aiuti a visualizzare, ad immaginare, a sognare e a guarire.
Onice
L`Onice nero si diceva respingesse la negatività e allontanasse gli influssi negativi della gente.
È una pietra che, si pensava, migliorasse la determinazione e la perseveranza.

Pietra di luna
Aiuta la comunicazione attraverso la chiarezza del pensiero, l`ispirazione o la recettività; assiste nel compimento del proprio destino. È stata considerate per lungo tempo la pietra delle abilità fisiche, aiuta nel loro adempimento e nell`equilibrare le emozioni. La Pietra di Luna sembra portare al raggiungimento dei propri desideri, ma tende a funzionare meglio nei confronti delle cose veramente necessarie piuttosto che in quelle semplicemente volute.

Clanite
Una pietra calmante, aiuta a distendere la mente, dissolvendo confusione emotive e spirituale. Il Clanite pare sia particolarmente adatto ad eliminare rabbia e frustrazione.

Diaspro
Associato al rilassamento, all`appagamento, alla compassione, all`acrescimento e alla consolazione, il Diaspro aiutava a liberare dallo stress mentale e a raggiungere un certo equilibrio nella vita.

Giada
La pietra della serenità. Si riteneva alleviasse l`ansia e le paure e favorisse la fortuna. La Giada non solo porta prosperità, ma permette anche di tenere ben saldo il denaro. Tradizionalmente la pietra dei giardinieri, la Giada sembrava favorire raccolti abbondanti.

Iolite
La pietra della visione interiore, si credeva assistesse la persona per tutta la vita ad un livello di coscienza superiore; utile per ridurre i debiti e per accrescere la responsabilità finanziaria.

Granato
Ritenuta la pietra della devozione assoluta verso la famiglia, verso gli amici, verso te stesso e verso i tuoi obbiettivi nella vita. Si credeva stimolasse i sensi ed aumentasse la vitalità e la resistenza. Il Granito era considerato un portafortuna negli affari.

Fluorite
Ritenuta utile per bilanciare e stabilizzare l`intuizione è considerata un aiuto nell`apprendimento e nel pensiero laterale. Sembrava che la Fluorite migliorasse le capacità di concentrarsi.

Smeraldo
La tradizione dice che lo Smeraldo favorisce la fertilità, migliora la vista e garantisce a chi lo indossa poteri fisici. Si credeva aiutasse in casi di depressione e liberasse dall`insonnia. Aiuta la conoscenza di se stessi, induce sogni tranquilli ed aiuta a raggiungere uno stato di pazienza ed equilibrio.

Diopside
È ritenuta una pietra catartica in quanto i guaritori dei cristalli la utilizzavano in casi di traumi per i suoi poteri di portare alle lacrime di purificazione chi la indossava. La Diopside era considerate come portatrice di creatività e promotrice d`amore ed impegno.
Diamante
Si credeva assorbisse ed amplificasse i pensieri di chi lo utilizzava, nello stesso modo in cui forza e debolezza venivano acquisite dagli utilizzatori di altre pietre. Gli antichi usavano il diamante anche per la disintossicazione in quanto sembrava proteggere dai veleni.

Citrino
Sembrava aprisse la mente a nuovi pensieri ed desse equilibrio agl`impazienti e a coloro che non si fermano mai. Il Citrino favorisce l`ottimismo, attrae l`abbondanza ed è conosciuta per essere “la pietra dei mercanti": andava piazzata nel luogo dove si conducevano gli affari, non solo per acquisire benessere positivo, ma anche per mantenerlo. Ottimo per aiutare a focalizzare mentalmente, per aiutare negli sforzi e per l`autostima.
Calcedonio
Considerata una pietra sacra dagli indiani d`America, il Calcedonio nutre e incoraggia la fratellanza e la buona volontà. Si diceva alleviasse l`ostilità, l`irritabilità e la malinconia.

Topazio blu
Associato al coraggio e al superamento delle paure e degli ostacoli, è la pietra tradizionale degli scrittori, degli studenti, degli artisti e degli intellettuali e veniva usata per elevare il pensiero. Si diceva aiutasse le angoscie mentali e facilitasse la fedeltà, l`amicizia, la gentilezza e l`integrità.



Avventurina
La pietra delle opportunità: si credeva attraesse prosperità. Consiglio: tieni un Aventurina nella tasca sinistra quando compri il biglietto della lotteria o giochi ad un qualsiasi gioco di fortuna.
Aquamarina
Associata al coraggio e alla liberazione da ansia e paura, si riteneva calmasse ed alleviasse le angoscie aiutando a rilassarsi durante i lunghi viaggi. Molti credono che protegga il mare ed i marinai proteggendo anche dal mal di mare. Secondo la tradizione aiuta ad avere chiarezza di pensiero.

Apatite
La pietra della comunicazione. Si credeva aiutasse la balbuzia e l`ipertensione e a superare la tristezza e il dolore. Si dice che l`Apatite portasse forza nella lotta contro i virus ed assistesse nel mescolare il nuovo e il vecchio nella vita di ciascuno
Beads768
Pietre : Stella marina foro passante - Ametista
 Le perline vengono utilizzate come ornamento per realizzare bracciali, anelli, orecchini, ..., conferendo luce e colore al risultato della tua creazione. 
 Pietra: Ametista - Stella marina 
 Misure: mm. 20

Ametista
Calma le emozioni, crea chiarezza di pensiero e assiste nel raggiungimento della saggezza. L`Ametista è la pietra della mente; porta calma e lucidità, aiuta a cogliere le intuizioni, le percezioni ed i valori. Per molto tempo è stata considerate un aiuto a mantenersi sobrii ed utile nella lotta contro gli eccessi di alcool, cibo e altre dipendenze. Aiuta in presenza di comportamenti compulsivi/ossessivi.
Beads629
Pietre: Amazonite
 Le perline vengono utilizzate come ornamento per realizzare bracciali, anelli, orecchini, ..., conferendo luce e colore al risultato della tua creazione. 
 Pietra: Amazonite 
 Misure: Cuore mm.10,80 x mm. 10 
Amazonite
Si stimava avesse un effetto calmante ottenuto disperdendo le energie negative e liberando dalla tristezza e dal dolore
Beads868
Pietre: Agata Arancio
 Le perline vengono utilizzate come ornamento per realizzare bracciali, anelli, orecchini, ..., conferendo luce e colore al risultato della tua creazione. 
 Pietra: Agata Arancio - Ovale Twist liscio 
 Misure:  mm 32 x mm. 23 - Fori passanti
Agata 
Considerata una pietra protettiva, si credeva rinforzasse, offrendo protezione contro gl`incubi notturni, contro lo stress e contro le situazioni in cui l`energia veniva prosciugata. L`Agata si dice bilanci le energie e risvegli I talenti.

lunedì 5 dicembre 2011

Sottospecie:
Distribuzione delle principali sottospecie di lupo :
Lupo del Messico (Canis lupus baileyi) 
La specie lupo è suddivisa in 13 sottospecie, differenti a seconda di caratteristiche fenotipiche, genetiche e comportamentali:
Lupo europeo (Canis lupus lupus), è la sottospecie più diffusa in Europa e in Asia, presente dalla Scandinavia all'Himalaya. 
Lupo italiano (Canis lupus italicus), presente nella Penisola italiana e in regime di protezione legale dal 1992, anno in cui è stato dichiarato "specie particolarmente protetta". 
Lupo della tundra d'Eurasia (Canis lupus albus), presente nel nord della Russia e della Siberia, di colore chiaro. 
Lupo dei boschi o lupo del Canada (Canis lupus lycaon), presente in Canada e Stati Uniti, fu la prima sottospecie a essere identificata in America Settentrionale. 
Lupo del Nebraska (Canis lupus nubilus), presente nelle Montagne Rocciose, in Canada e in Alaska, cacciato legalmente in parte del territorio canadese. 
Lupo del Messico (Canis lupus baileyi), presente in Messico e in parte del Texas e dell'Arizona; è stato reintrodotto in Arizona a partire dal 1998, attualmente la popolazione allo stato selvaggio è di 35-50 individui. 
Lupo bianco (Canis lupus arctos), presente in Groenlandia e in Canada, dal tipico manto bianco o crema. 
Canis lupus arabs, con popolazione in declino, presente in Arabia Saudita, Yemen e Oman. 
Canis lupus cubanensis, con popolazione in declino, presente tra il Mar Caspio e il Mar Nero. 
Canis lupus lupaster, piccola sottospecie dell'Africa settentrionale. 
Canis lupus hattai , estinto dal 1889 nell'isola giapponese di Hokkaido. 
Canis lupus hodophilax , estinto dal 1905 nelle isole giapponesi di Honshu, Shikoku e Kyushu. 
Canis lupus pallipes, presente in Medio Oriente, Afghanistan, Pakistan e India. 
Canis lupus occidentalis, presente in Alaska e in Canada, è stata la sottospecie oggetto del programma di reintroduzione iniziato nel 1995 nel Parco Nazionale di Yellowstone, è la sottospecie più grande. 
Canis lupus communis, presente in Russia centrale, in declino ma cacciato legalmente. 



Classificazione scientifica 
Dominio Eukaryota 
Regno Animalia 
Sottoregno Eumetazoa
 Superphylum Deuterostomia 
Phylum Chordata 
Classe Mammalia 
Sottoclasse Eutheria 
Ordine Carnivora 
Famiglia Canidae 
Sottofamiglia Caninae 
Tribù Canini
Genere Canis 
Specie C. lupus
Filogenesi:
È probabile che gli antenati dei carnivori attuali, di cui fa parte il lupo, appartenessero al gruppo dei Creodonti, un gruppo di Mammiferi carnivori sviluppatosi durante il Cretaceo superiore ed estintosi nel Miocene (da 26 a 5,2 milioni d'anni fa); tale gruppo si diffuse in tutto il mondo tranne che in America meridionale e Australia.
I Creodonti presentavano una morfologia simile a quella degli attuali carnivori, ma possedevano teste più grosse e cervelli più piccoli in relazione alla grandezza del corpo. Il genere più diffuso di Creodonti era Hyaenodon che si sviluppò durante l'Eocene e visse fino al Miocene superiore occupando la terra oltre trenta milioni d'anni fa. I veri Carnivori, anch'essi comparsi nell'Eocene, erano dapprima piuttosto piccoli. Una famiglia di tale gruppo era composta dai Miacidi. Il genere Miacis viveva nell'America settentrionale 40 milioni d'anni fa; visse nell'Eocene (da 54 a 37 milioni d'anni fa) e si suppone che tali animali fossero di abitudini prevalentemente arboricole, ma che possedessero già zampe allungate ed i caratteristici denti ferini. Alcuni milioni d'anni fa, dopo il differenziamento degli Ursidi e Procionidi, compaiono dal ramo comune (20-25 milioni d'anni fa) in successione abbastanza rapida, il Cynodictis, il Cynodesmus, il Tomarctus (del quale restano solo alcuni crani e denti e le cui zampe, secondo i paleontologi, erano molto simili a quelle del lupo attuale, dei cani e delle volpi), il Canis donnezani, risalente a circa tre milioni d'anni fa e vivente in Europa occidentale. Un particolare ramo evolutivo era costituito dall'Hesperocyon, simile alla genetta, con lunga coda e arti digitigradi, in grado d'arrampicarsi sugli alberi. Quest'ultimo era forse il più veloce tra i Canidi. La sua dieta si basava su insetti, frutta e piccoli Mammiferi. Viveva nell'America settentrionale. Il Canis donnezani e il Tomarctus erano, tra tutti gli animali citati, quelli geneticamente più vicini all'odierna famiglia dei Canidi.
Verso la fine dell'Eocene e durante i successivi periodi dell'Oligocene e Miocene (da 38 a 5,2 milioni d'anni fa) questi primi carnivori prosperarono adattandosi ai mutamenti climatici, vegetazionali ed alla disponibilità di prede. Tra il Miocene ed il Pliocene le estese praterie eurasiatiche rappresentarono l'habitat favorevole per la differenziazione e la diffusione degli Ungulati e quindi di nuove modalità di sopravvivenza legate alla caccia da parte dei primi Mammiferi carnivori. Durante l'Oligocene (34 milioni d'anni fa), a partire dall'Hesperocyon, si originarono delle linee evolutive che nella maggioranza dei casi s'estinsero, tuttavia riuscì ad adattarsi e ad affermarsi il ramo che, passando per il Leptocyon, condusse ai Canidi moderni. Risale al Pleistocene (2 milioni d'anni fa) una delle prime creature con sembianze simili al lupo: era il Canis dirus. Lungo oltre 1,6 metri e pesante mediamente circa 80–90 kg, il Canis dirus, più grande rispetto al lupo attuale, aveva una testa più grande, zampe più robuste, denti più massicci (Mech, 1970).
Distribuzione:
Un tempo era diffuso in tutto l'emisfero boreale a nord del 15º parallelo. Ora è drasticamente ridotto di numero negli Stati Uniti e in Europa.
Negli Stati Uniti il lupo era sopravvissuto soltanto in Minnesota e Alaska (dove però si può cacciare dal 1º ottobre al 30 aprile). Il lupo è tutelato dalle leggi degli Stati Uniti in tutto il territorio (esclusa ovviamente l'Alaska). Grazie a una seria campagna di reintroduzione effettuata anni fa, il lupo è tornato in vari stati, come Wyoming, Idaho e Montana, e in queste aree sta aumentando di molto il suo numero, già superiore a diverse migliaia.
La presenza del lupo in Italia ha toccato il suo punto più basso agli inizi degli anni '70. Una stima indicava che la popolazione si era ridotta a un centinaio di lupi, concentrati sui monti dell'Abruzzo e della Calabria. Grazie alle leggi di protezione, il numero dei lupi è lentamente cresciuto, e stime recenti lo calcolano in circa 800-1000 esemplari, distribuiti lungo tutto l’Appennino, dall'Aspromonte fino alle Alpi Marittime, con presenze anche sui preappennini laziali e nella Toscana centro-meridionale. A nord il lupo è tornato sulle Alpi Occidentali, sconfinando sui massicci alpini francesi e svizzeri.
Habitat:
L'habitat preferito dal lupo è caratterizzato da aree forestali planiziali (di pianura), foreste montane e radure. Oggi è diffuso soprattutto nelle regioni più remote dell'emisfero boreale.
Un lupo ha mediamente un territorio di caccia di 100 km².
Per trovare cibo a sufficienza in un territorio inospitale o deserto, un branco può arrivare ad occupare un territorio di 2500 km².
Cooperazione nella caccia e dieta:
I branchi di lupi cacciano in maniera cooperativa qualunque grande erbivoro si trovi nel loro territorio, mentre gli esemplari solitari si limitano di norma alla caccia di prede piccole e medie, nonché di bestiame come pecore, capre e vitelli. È anche vero che ci sono stati casi negli Stati Uniti di lupi isolati che hanno ucciso alci e bovini adulti, approfittando del fatto che questi fossero rallentati dalla neve alta. Lupi isolati, almeno fino a meno di un secolo e mezzo fa, in Italia ed Europa in alcuni casi divennero antropofagi, attaccando e divorando soprattutto donne e bambini, come accadde nei casi di Palazzolo Acreide (Sicilia) alla fine del XVII secolo e a Cusago nel XIX secolo. Tuttavia quei fatti furono eccezionali e oggi il lupo è del tutto inoffensivo per l'uomo. Le tecniche di caccia del branco vanno dall'attacco a sorpresa alle cacce a lungo termine. Attraverso una meticolosa cooperazione, un branco di lupi è capace di inseguire una grande preda per alcune ore prima di arrendersi, sebbene il tasso di successo di questo tipo di caccia sia relativamente basso. Spesso prede dei lupi, se in branco, sono alci, caribù, cervi e altri grandi ungulati. I lupi cacciano anche roditori e piccoli animali, seppure in maniera limitata, poiché un lupo medio necessita per sopravvivere, dai 1,3 ai 4,5 kg di carne al giorno. Ciò non significa che i lupi abbiano la possibilità di mangiare ogni giorno: i lupi di rado mangiano quotidianamente, così, quando ne hanno la possibilità, arrivano ad ingurgitare anche 9 kg di carne.
Quando cacciano prede molto grandi, i lupi attaccano da tutte le direzioni, puntando specialmente al collo ed alle parti laterali dell'animale. Normalmente, le prede sono animali troppo anziani, feriti, o troppo giovani; tuttavia, anche animali sani possono occasionalmente soccombere.
Gerarchia:
La gerarchia (guidata dalla coppia alfa) influisce su tutte le attività del branco. Nei branchi più grandi, si possono trovare, oltre a quella principale, altre due gerarchie separate: la prima viene esercitata sui maschi del branco ed è guidata dal maschio alfa, l'altra sulle femmine del branco, ed è governata dalla femmina alfa. In questo caso, il maschio alfa sarà il componente più importante della coppia alfa, sebbene, in alcuni casi, sono state osservate situazioni in cui la femmina alfa abbia preso il controllo dell'intero branco. Le gerarchie del maschio e della femmina sono interdipendenti, e sono costantemente mantenute da complesse e aggressive manifestazioni di predominio e di sottomissione.
Oltre alla coppia alfa, si possono trovare, specialmente nei branchi molto grandi, un lupo o dei lupi beta, un "secondo in comando" rispetto agli alfa. Normalmente, i beta assumono un ruolo più importante nel gruppo aiutando l'allevamento dei nuovi nati, spesso sostituendo i genitori quando la coppia alfa è via.
La perdita di grado può essere immediata o graduale. Un lupo più vecchio può semplicemente scegliere di lasciare il proprio posto quando gli si presenta un pretendente motivato, evitando spargimenti di sangue o lotte. Dall'altro lato, però, l'individuo sfidato può scegliere la lotta, che può avere diversi gradi di intensità. Mentre la maggior parte delle aggressioni dei lupi è più che altro ritualizzata, e non prevede danni fisici, uno scontro in cui la posta in gioco è così importante può facilmente risultare in ferite o danni per uno dei due o anche per entrambi. Colui che esce sconfitto da uno scontro del genere viene molto spesso cacciato via dal branco, o addirittura, seppur molto raramente, viene ucciso dagli altri membri del branco come atto di ribellione. Questo tipo di scontro si verifica principalmente durante la stagione degli accoppiamenti.
L'ordine gerarchico all'interno del branco è stabilito e mantenuto attraverso una serie di posizioni e di incontri rituali. I lupi preferiscono opporre un'ostilità psicologica anziché fisica, ciò significa che uno stato molto alto nella scala sociale è basato molto più sulla personalità o sull'atteggiamento, che sulla taglia dell'individuo o sulla sua forza fisica. Il grado sociale, chi lo ritiene, e quanto è elevato nella gerarchia varia molto tra branchi e individui. In branchi molto grandi, o in un gruppo di giovani lupi, il grado sociale può mutare costantemente, oppure essere circolare (esempio, lupo A ha il predominio su lupo B, che a sua volta ha predominio su quello C, che ha il controllo su A), o "incrociato" (il lupo A ha il predominio sul lupo B, cha ha il predominio su C, che a sua volta controlla D e quest'ultimo controlla B. Un eventuale E controlla C, e così a seguire...).
In un branco normale, comunque, solo un lupo assume il ruolo di omega (vale a dire il più basso ruolo nella scala sociale del branco). Questi individui subiscono il maggior numero di aggressioni dal resto del branco, e possono essere soggetti a varie forme di crudeltà (a partire dal costante predominio dagli altri membri del branco fino a continue molestie, anche fisiche). Sebbene, dopo un'affrettata analisi, questa disposizione possa sembrare discutibile, la natura dinamica del branco esige che un lupo sia al gradino più basso della scala sociale. Infatti, tali individui sono forse più felici, pur sopportando continue dimostrazioni di forza e di sottomissione, che vivendo da soli. Per i lupi, il cameratismo, non importa in quale forma, è preferibile alla solitudine, e, invero, i lupi sottomessi tendono a scegliere un basso grado nella gerarchia piuttosto che rischiare di morire di fame. Nonostante ciò spesso gli omega osano sfidare la coppia alfa e se questi vengono sconfitti vengono cacciati dal branco. Questi potranno tornare nel branco originario o entrare in un nuovo in una sola maniera: sfidare e sconfiggere una coppia alfa subentrando a essi.Il maschio alfa o qualsiasi altro lupo più importante, dopo aver ferito o aggredito l'omega, puliscono la ferita per evitare che si sporchi portando poi malattie al branco o al sottomesso.