sabato 4 giugno 2011

IL FASCINO DEL VAMPIRO
In generale ciò che rende affascinante Dracula è il fatto che è un vampiro. Sebbene il termine utilizzato per designarlo sia relativamente recente, il vampiro è un essere proteiforme la cui origine risale alla più alta antichità. Già nel VI secolo a.c., in Cina, si parlava di un uomo morto che diventa demonio e sparge a sua volta la morte impedendo all'anima degli uomini di lasciare il proprio corpo.In Assiria ed in Babilonia, si credeva che i morti che non potevano trovare il riposo nella tomba ritornavano a tormentare i vivi. Infine, in tutte le civiltà ed in tutte le epoche della storia, si è creduto all'esistenza di spiriti o di demoni suscettibili di venire a succhiare il sangue dei mortali. Nella mitologia greco-latina, i lamies, gli stryges e gli empuses appaiono come i lontani precursori del vampiro moderno. L'universalità e la permanenza del mito del vampiro si spiegano per il fatto che questo personaggio è la somma di una costellazione di simboli poiché rievoca ciò che è al cuore stesso dell'esistenza, il sangue, la vita, la morte, così come il sogno di immortalità che ciascuno di noi culla inconsapevolmente. Non è strano dunque che a priori un personaggio come Dracula cristallizza in lui tutti i nostri desideri, i nostri timori e le nostre ossessioni, indipendentemente dalla nostra cultura, la nostra lingua, la nostra appartenenza geografica ed epoca nella quale viviamo. Il fascino del Vampiro sta nella sua eccentricità e sostanziale diversità dagli esseri umani che si concretizza nel suo ambiguo rapporto col tempo: egli vive una sua vita particolare, nel buio della notte, alla ricerca di sangue fresco (mentre di giorno deve nascondersi, spesso in una cassa da morto, per evitare la luce del sole, che gli sarebbe fatale), come nutrimento dello spirito e della carne. Capovolgimento dei normali bioritmi dell'essere umano che lo imparenta alle sublimi e terrificanti creature della notte e, perchè no, anche all'universo di quella significativa minoranza d'umanità che intensamente le ore notturne, alla ricerca di piaceri proibiti, mentre dedica al sonno buona parte delle ore del giorno.Vampiri. La cui volontà di vita supera le barriere della morte e che il sangue altrui preserva dalla dissoluzione del corpo. Un altro motivo del inspiegabile fascino che circonda un personaggio pressoché esecrabile va cercata in una penetrante considerazione psicologica, che si riflette in una consolidata categoria dell'estetica del narrare (letterario ma anche cinematografico). Il vampiro, nonostante la sua immortalità, nonostante la forza fisica superiore, l'energia mentale, la straordinaria sensualità che possiede, è condannato, come stato d'animo di fondo, costante da cui si può allontanare solo negli attimi di estasi, all'infelicità. Ebbene, questa infelicità, quasi inevitabilmente, attira la simpatia dello sprovveduto lettore che con partecipazione emotiva si concede a una segreta ammirazione. Un'altra sfumatura del fascino che promana da questa figura è l'eterna giovinezza che gli deriva dalla sofferenza e dalla perdizione di anime candide. Il fascino del peccato trionfa in un'orgia di sangue, compenetrando il lettore in amplessi sognati e che di gorno, al pari del vampiro, non osa confessare. Mito moderno, dunque, che coniuga l'etica e l'estetica, le istanze della carne e dello spirito, alla ricerca di un stabilità senza la quale l'uomo moderno, vaga nelle notti senza fine alla ricerca di un qualcosa che mai troverà.

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